top of page

Luigi Maria Grignion de Montfort

Luigi Maria Grignion de Montfort, ovvero Louis-Marie Grignion de Montfort (Montfort-la-Cane, 31 gennaio 1673 –Saint-Laurent-sur-Sèvre, 28 aprile 1716), è stato un presbitero francese, fondatore della Compagnia di Maria e delleFiglie della Sapienza.

Nominato missionario apostolico da papa Clemente XI esercitò il suo ministero nelle regioni nord-occidentali della Francia: nel Poitou (soprattutto in Vandea) e in Bretagna. Trascorse i primi anni di sacerdozio, occupandosi degli ospedali e dei poveri, mentre dopo l'incontro con il pontefice si dedicò quasi esclusivamente alla predicazione delle missioni. L'attività missionaria lo rese molto popolare e amato dagli abitanti di quelle regioni, nelle quali, con il suo apostolato, diffuse ulteriormente il cattolicesimo ricevendo però aspre critiche dai protestanti e dai giansenisti, con i quali si scontrò più frequentemente.

Fu autore di diversi testi nei quali presenta la sua dottrina spirituale che predicava nelle missioni. La sua opera principale è il Trattato della vera devozione alla Santa Vergine nel quale espone la sua dottrina mariana: Luigi Maria infatti promosse il culto mariano, nella forma che chiamava "la vera devozione", e la pratica del Rosario.

Fu proclamato santo da papa Pio XII nel 1947 e nel 2000, sotto il pontificato di papa Giovanni Paolo II, fu aperta una causa, tuttora in corso, per proclamarlo dottore della Chiesa.

 

L'infanzia

Nacque il 31 gennaio 1673 a Montfort-la-Cane (oggi Montfort-sur-Meu), vicino a Rennes, in Bretagna, da Jean-Baptiste Grignion – un avvocato che lavorava nel tribunale di Montfort – e Jeanne Robert. I due ebbero diciotto figli, dei quali sette morirono a pochi mesi dalla nascita. Luigi Maria era il secondogenito e divenne il figlio maggiore dopo la morte, all'età di quattro mesi, del primogenito che era nato nel febbraio 1672. Il piccolo venne battezzato il giorno dopo la nascita, il 1º febbraio (non è certo se con il nome completo di Luigi Maria: secondo alcuni testimoni, infatti, aggiunse il secondo nome solo dopo la Cresima).

Qualche settimana dopo la nascita, venne mandato nella casa rurale di proprietà paterna chiamata "La Bachellaraye", dove fu affidato a mère Andrée, una contadina del luogo che gli fece da nutrice. Nell'estate del 1675, il padre acquistò il maniero di Bois-Marquer, una vecchia residenza signorile medioevale a Iffendic, vicino Montfort, e Luigi Maria tornò a vivere con la propria famiglia.

Nel 1684, all'età di 11 anni, si iscrisse alla scuola del collegio gesuita "Saint-Thomas" di Rennes; nel 1690 completò gli studi classici-umanistici; poi studiò per due anni filosofia; nel 1692, infine, iniziò a studiare teologia.

Lo zio sacerdote Alain Robert, che ne seguiva l'istruzione dal 1684, terminata la prima fase di studi, disse del nipote:

« Tutti i suoi insegnanti ebbero per lui un affetto e una stima singolari; essi lo proponevano a tutti i suoi compagni come esempio raro di diligenza e di applicazione allo studio; così che egli, alla fine di ogni anno, riportava premi. Passava la maggior parte delle sue ricreazioni a fare miniature e piccoli quadretti di pietà; e vi riusciva così bene che avendo mostrato un giorno, ad un Consigliere del Parlamento, un'immagine fatta con le sue mani di un piccolo Bambin Gesù che gioca con san Giovanni Battista, quest'ufficiale gli diede un luigi d'oro. »

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli studi in seminario e l'ordinazione sacerdotale

Lasciò il collegio Saint-Thomas il 2 novembre 1692, per dirigersi a Parigi, dove frequentò il seminario della chiesa di Saint Sulpice (che si appoggiava all'Università della Sorbona per l'insegnamento della teologia).

Volle percorrere i quasi 400 km tra Rennes e Parigi a piedi, rifiutando il cavallo offertogli dal padre; inoltre, lungo il percorso, diede tutto ciò che aveva ai mendicanti che incontrava, tanto che, arrivato a Parigi, non possedeva nemmeno il denaro necessario per pagarsi la retta del seminario, e nemmeno quella, più moderata, del "piccolo seminario" a cui si iscrivevano gli studenti meno facoltosi.

Luigi Maria dovette quindi studiare per tre anni in piccole comunità per seminaristi poveri – legate sempre al seminario deisulpiziani e alla Sorbona, ma ancora più economiche. A pagare la sua retta inizialmente fu una ricca nobildonna parigina, amica di famiglia, una certa madamoiselle de Montigny. Ella, venuta a sapere che i Grignion avevano parecchi problemi economici e molti figli da accudire, volle aiutarli finanziando gli studi di Luigi Maria e prendendosi carico di una delle sue sorelle, Guyonne-Jeanne. Nell'inverno del 1693, però, la nobildonna smise di pagare la retta di Luigi Maria, che, per poter continuare gli studi, si prese l'incarico, insieme ad altri tre suoi confratelli, di vegliare il cimitero della chiesa di Saint-Sulpice.

Nel 1695 fu finalmente ammesso al "piccolo seminario", dove ebbe come direttore spirituale François Leschassier. Questi, accortosi ben presto della già buona preparazione di Luigi Maria, gli fece frequentare solamente le lezioni riassuntive serali. Luigi venne nominato bibliotecario del seminario - cosa che gli permise di leggere moltissimo, come dirà lui stesso nelTrattato della vera devozione alla Santa Vergine: «Ho letto quasi tutti i libri che parlano della devozione alla Santa Vergine».

Nel 1699, per i suoi meriti scolastici, venne scelto, insieme ad un altro seminarista, per rappresentare il seminario di Saint Sulpice all'annuale pellegrinaggio alla cattedrale di Chartres, dove si venerava la Vergine fin dai primi secoli delCristianesimo in Francia.

Il 5 giugno 1700, anno del Giubileo, venne ordinato sacerdote. Luigi avrebbe voluto svolgere il suo ministero in Canadacome missionario (su proposta del vescovo di Québec), ma Leschassier (diventato superiore generale dei sulpiziani nello stesso anno) lo impedì, preferendo che rimanesse in seminario per occuparsi della formazione dei candidati al presbiterato.

Luigi Maria rifiutò l'incarico: venne dunque inviato a Nantes (nella Loira Atlantica), presso la comunità di Saint-Clément – una comunità di sacerdoti che predicava le missioni. Entro pochi mesi si manifestò la sua delusione per l'esperienza a Saint-Clément: la considerava solo un'occasione di vita comunitaria, che non gli dava la possibilità di praticare nessun'attività pastorale.

 

L'apostolato a Poitiers

Dopo la morte della signorina de Montigny avvenuta nello stesso 1700 a Parigi, la marchesa di Montespan, sua amica, si prese in carico tre sorelle di Luigi Maria, Guyonne-Marie, Sylvie e Françoise-Marguerite che insieme alla marchesa si ritirarono nell'abbazia di Fontevrault, dove la sorella della nobildonna era badessa. Nell'aprile 1701 in occasione della vestizione di sua sorella Sylvie, Luigi Maria incontrò nuovamente la marchesa per la prima volta dopo l'ordinazione e le raccontò della sua esperienza poco soddisfacente nella comunità di Nantes. La marchesa gli suggerì allora di andare a Poitiers per esporre i suoi progetti al vescovo Antoine Girard, che era stato precettore dei figli della marchesa.

A Poitiers Luigi Maria non riuscì ad incontrare il vescovo, che era assente, così nell'attesa visitò l'ospedale della città, che era anche un ospizio per anziani e senza tetto. Da diverso tempo l'ospedale non aveva avuto cappellani, così decise di ricoprire quest'incarico fino a quando il vescovo non fosse rientrato in città. Dopo quasi un mese dovette tornare a Nantes per concludere il suo servizio a Saint-Clément, ma il 25 agosto 1701 venne richiamato da mons. Girard a Poiters che in una lettera gli scrisse: «I nostri poveri continuano a desiderare il tuo arrivo [...]».[6] A novembre Luigi Maria tornò a Poiters e il vescovo lo nominò ufficialmente cappellano dell'ospedale. In una sala dell'ospedale che chiamò "La Sapienza" riuniva una dozzina di ricoverati con maggiore vocazione religiosa con lo scopo di formare una comunità di preghiera.

A Poitiers, conobbe Marie-Louise Trichet, una diciassettenne di buona famiglia che andò a confessarsi da lui e che scelse il giovane prete come guida spirituale. Nell'estate del 1702, infatti Marie-Louise divenne conversa delle Canonichesse di Sant'Agostino, ma la madre, non condividendo la decisione della figlia, la richiamò a casa prima che questa prendesse i voti. Marie-Louise si rivolse quindi a Luigi Maria, che con l'aiuto del vescovo le diede un posto di governante all'ospedale. Marie-Louise non aveva però abbandonato il desiderio di diventare suora, così Luigi Maria la fece entrare nella comunità della "Sapienza" e la vestì dell'abito della sua comunità, facendola diventare la prima Figlia della Sapienza.

Alcuni dirigenti dell'ospedale cominciarono ad opporsi all'operato di Luigi Maria che dopo diversi conflitti dovette lasciare Poitiers nella primavera del 1703. Tornò quindi a Parigi e forte dell'esperienza di Poitiers, volle occuparsi dei malati dell'ospedale generale Salpêtrière. Anche questa volta non fu gradito all'amministrazione e venne allontanato. Decise allora di fare visita ai suoi vecchi professori e ai suoi confratelli, ma al seminario erano giunte notizie negative sul suo conto e non ebbe una buona accoglienza: veniva considerato un prete "singolare ed eccentrico". Deluso dalla pessima ospitalità che ricevette a Parigi, si recò dagli eremiti di Mont-Valérien, per dedicarsi esclusivamente alla preghiera. A Mont-Valérien viveva una comunità di laici che faceva vita eremitica, assistita da qualche sacerdote inviato dall'arcivescovo di Parigi per amministrare i sacramenti. L'arcivescovo accettò la richiesta di Luigi Maria di diventare il sacerdote della comunità: qui poté esercitare il suo ministero, dimenticando le vicende passate e adattandosi allo stile di vita degli eremiti.

L'esperienza eremitica durò circa un anno, nel marzo 1704 infatti Leschassier ricevette una lettera dall'ospedale di Poitiers che diceva:

« Noi, quattrocento poveri, vi supplichiamo molto umilmente, per il più grande amore e la gloria di Dio, di farci ritornare il nostro venerabile pastore, colui che ama tanto i poveri, il signor Grignion. »

Luigi Maria fece nuovamente ritorno all'ospedale di Poitiers come direttore generale, e avvalendosi della nuova carica poté riprendere la sua opera di riforma: rese l'ospedale più ordinato e pulito, fece restaurare la chiesa e ingrandì la sua comunità. Dopo circa quindici mesi però ripresero le ostilità con gli amministratori locali e su suggerimento del nuovo vescovo de la Poype si dimise lasciando l'ospedale in mano a suor Marie-Louise.

Il vescovo di Poitiers gli propose allora di iniziare a predicare le missioni in città e nella sua diocesi, Luigi Maria accettò subito l'incarico, visto che questo era il suo sogno da quando era stato ordinato sacerdote. Preparò quindi un programma, con l'approvazione del vescovo, che prevedeva: missioni nelle parrocchie, catechesi per ragazzi e adulti, ritiri spirituali e anche la costruzione o il restauro di chiese e cappelle. Dopo il lavoro svolto alla chiesa dell'ospedale, uno dei restauri più importanti fu quello del battistero di San Giovanni, vicino alla cattedrale di Poitiers.

Nell'inverno 1705 incontrò un giovane laico, Mathurin Rangeard, in procinto di diventare cappuccino. Mathurin Rangeard volle seguire Luigi Maria nelle sue missioni e gli rimarrà al suo fianco fino alla sua morte. Intanto alle ostilità che continuava ad avere con gli amministratori locali si aggiunsero i contrasti con il vicario generale della diocesi, che durante un'assenza del vescovo, interruppe Luigi Maria durante la Messa e lo rimproverò pubblicamente: il vescovo al suo ritorno non poté che consigliargli di lasciare nuovamente la diocesi.

 

L'incontro con Clemente XI

Come sempre Luigi Maria obbedì, ma dopo essersi consultato con il suo confessore, decise di andare a Roma per chiedere consiglio al papa, ma anche con lo scopo di farsi assegnare una missione fuori dalla Francia.

Partì da Poitiers nel marzo 1706, fece il viaggio a piedi e si sa che arrivò a Roma a fine maggio, perché il suo nome compare nei registri della casa d'accoglienza per religiosi annessa alla Chiesa di San Luigi dei francesi dal 20 al 26 maggio 1706. Riuscì a incontrare papa Clemente XI agli inizi di giugno: dopo che Luigi Maria gli espose la sua situazione, Clemente XI gli consigliò di rimanere ad operare in Francia.

« Lei ha un campo abbastanza grande per esercitare il suo zelo. Non vada altrove e lavori sempre in perfetta sottomissione ai vescovi delle diocesi in cui sarà chiamato. In questo modo Dio benedirà il suo lavoro. [...] Nelle sue diverse missioni, insegni con forza la dottrina al popolo e ai ragazzi e faccia rinnovare solennemente le promesse del battesimo.»

Il Papa lo nominò quindi missionario apostolico e gli regalò un crocifisso che Luigi Maria porterà sempre con sé fino al giorno della sua morte. Finito l'incontro con il pontefice, si rimise in viaggio e fece ritorno a Poitiers il 25 agosto; entrato in città incontrò per primo il fedele Mathurin e poi andò a colloquio con il vescovo, il quale però gli disse di lasciare la città il giorno dopo. Partì per Angers, dove il rettore del seminario della città gli suggerì di predicare una missione nella sua regione d'origine, la Bretagna.

 

In Bretagna con Leuduger

Nel viaggio verso la Bretagna, accompagnato da Mathurin, si fermò qualche giorno all'abbazia di Fontevrault dove, dopo cinque anni, rivide la sorella Silvye. Fece poi un pellegrinaggio al Mont Saint-Michel dove visitò il santuario di San Michele al quale era particolarmente devoto e arrivò a Rennes in ottobre.

Agli inizi del 1707 si unì ad un gruppo di missionari guidati da Jean Leuduger con i quali lavorò per parecchio tempo nelle diocesi di Saint-Brieuc e Saint-Malo. Leuduger utilizzava il "metodo bretone" di Julien Maunoir, metodo che piacque subito a Luigi Maria, perché che prevedeva una partecipazione di massa sia del clero sia dei parrocchiani che venivano coinvolti con cerimonie pubbliche e processioni, senza tuttavia pretendere di sostituire la pastorale parrocchiale ordinaria.

Con le missioni di Leuduger nella diocesi di Saint-Malo, riuscì anche a tornare a Montfort dopo diciassette anni di assenza: venne accolto con gioia da parenti e compaesani. Nel luglio iniziò una missione, estesa, oltre a Montfort-la-Cane, anche a Bécherel e Saint-Suliac.

La sua permanenza con i missionari di Leuduger, però, non gli fece perdere di vista il suo programma. Passando per La Chèze vide in rovina la cappella di Notre Dame de Pieté e decise di ricostruirla coinvolgendo gente del mestiere dei vari comuni vicini; il giorno dell'inaugurazione celebrò una Messa alla quale parteciparono una trentina di parrocchie.

I missionari non mancarono di sottolineare l'"eccentricità" di Luigi Maria, i cui metodi, non condivisi dagli altri missionari, porteranno Leuduger ad allontanarlo. Alla fine di una predica sulla preghiera per i morti che aveva commosso particolarmente i fedeli, Luigi Maria pensò di chiedere l'elemosina da utilizzare per le celebrazioni funebri. Chiedere del denaro andava però contro il regolamento dei missionari, che ne approfittarono per allontanarlo.

Questo secondo rifiuto lo scoraggiò più di quello di Poitiers; decise così di andare in ritiro insieme al fedele Mathurin e a Jean, un altro laico che scelse di seguirlo, a Saint-Lazare vicino a Montfort. Su un terreno di proprietà paterna c'erano i resti di un vecchio lazzaretto costruito nel medioevo dai Cavalieri di San Lazzaro. I tre iniziarono subito a renderlo abitabile, ristrutturarono la cappella nella quale Luigi Maria costruì personalmente il crocifisso, una statua della Madonna della Sapienza e una colomba a simboleggiare lo Spirito Santo e fecero vita eremitica. Tuttavia la vita solitaria durò solo poche settimane, perché, appena si seppe della presenza dei tre a Saint-Lazare, la gente iniziò a fargli faceva visita per portargli del cibo. L'eremo poi divenne una sorta di parrocchia perché i fedeli venivano ad assistere alle Messe, alla recita del Rosario e alle lezioni di catechismo. Questo diede fastidio ai parroci vicini e nell'inverno 1708 Luigi Maria lasciò Saint-Lazare su ordine del vescovo.

 

Il "grande Calvario" di Pontchâteau

Si diresse quindi a Nantes su invito del vicario generale Jean Barrin, suo amico. Iniziò a predicare una missione a Pontchâteau a 30 km da Nantes insieme al sacerdote Gabriel Olivier. Disse alla gente che voleva costruire un "grande Calvario", un luogo di pellegrinaggio con cappelle e statue che ricordasse la collina sulla quale morì il Cristo. Luigi Maria trovò una piana di forma quasi circolare, che chiamò "landa della Maddalena" sulla quale pensava di erigere questa collinetta artificiale larga 330 metri con un fossato attorno. Chiesti i permessi ai proprietari, diede inizio ai lavori nell'estate 1709. Questo progetto ottenne subito un grande successo, anche perché ebbe il sostegno della diocesi. Olivier stesso lo testimonierà:

« Mentre facevamo questa missione andavamo una volta la settimana, nel giorno del riposo, ad incitare la popolazione a lavorare. La prima volta che io ci andai, c'erano già pronte sessanta carrettate di terra estratte dai fossati, per cominciare la montagna. Durante questa missione, ho visto normalmente in quel luogo quattro o cinquecento persone a lavorare, di cui alcune vangavano la terra, altre la caricavano e altre ancora la trasportavano con le gerle e tutte si accontentavano di un pezzo di pane nero che portavano in tasca. »

Mathurin dirigeva i lavori mentre Luigi Maria e Gabriel Olivier andavano a predicare missioni invitando la gente a partecipare al loro progetto. Nella primavera del1710 durante la missione di Assérac Olivier fa un altro bilancio della situazione:

« Il concorso di popolo aumentava di giorno in giorno, di modo che ho contato circa cinquecento persone e ben cento buoi per tirare le carrette; tutte le persone lavoravano con un coraggio sorprendente. [...] Ho visto lavorarci ogni sorta di persone, signori e signore di alto rango e anche parecchi preti portare la gerla per devozione. Ho visto intere popolazioni venirci da ogni parte: dalla Spagna e anche dalle Fiandre [...].»

A settembre sulla collinetta furono poste le tre croci con il Cristo e i due ladroni, le statue di Maria, di San Giovanni e di Maria Maddalena, su un fianco furono poi erette delle piccole cappelle e altre statue raffiguranti altri momenti della Passione, infine venne piantato un boschetto a forma di corona del Rosario.

Dopo quindici mesi di lavoro, il colle era ormai terminato e si pensò di inaugurarlo il 14 settembre 1710 per la festa dell'Esaltazione della Santa Croce. Alla vigilia però arrivò l'ordine del vescovo di non inaugurarlo, perché da Versailles era addirittura arrivato l'ordine di raderlo al suolo. La corte infatti pensò che la posizione troppo vicina alla costa, le trincee e la posizione sopraelevata, sarebbero potute essere sfruttate dagli inglesi per invadere la Francia.

Luigi Maria dopo aver passato la notte del 14 con il vescovo per capire le ragioni di questa sua decisione, tornò il giorno successivo al calvario che non poteva essere inaugurato; questo non impedì i festeggiamenti che si fecero ugualmente. Due settimane dopo il comandante della milizia di Pontchâteau ricevette l'ordine di distruggere il calvario e radunò 500 uomini che inizialmente si rifiutarono. Poi, essendo costretti, non poterono disobbedire agli ordini e lo demolirono il più lentamente possibile, come dirà nel suo rapporto lo stesso comandante: «Sembra che quegli uomini avessero avuto braccia di ferro per edificarlo e braccia di lana per demolirlo». Dopo questi mesi di attività frenetica, decise di prendersi un po' di riposo facendo qualche giorno di ritiro spirituale dai gesuiti di Nantes.

Luigi Maria rimase in città diversi mesi, che trascorse predicando nelle parrocchie, formando gruppi di preghiera per la recita del Rosario, ma soprattutto in un piccolo ospedale per incurabili, il Cour Cathuit, dove trovò due ragazze che lo aiutavano Elisabeth e Marie Dauvaise. Frequentò anche una parrocchia nel quartiere Saint-Similien, vicino al Cour Cathuit, dove collaborò con il gruppo di preghiera degli "Amici della Croce", al quale darà un forte sostegno e per il quale scrisse la "Lettera agli Amici della Croce".

 

Missionario in Vandea

La vicenda del Calvario lo fece diventare ancora più popolare e venne invitato dai vescovi di Luçon e La Rochelle nelle loro diocesi.

Così dopo 150 km di marcia arrivò in Vandea agli inizi del 1711. Iniziò subito una missione a Sallertaine, nella diocesi di Luçon, che concluderà costruendo un Calvario. Questa volta però non farà le cose in grande coinvolgendo l'intera nazione, ma si farà aiutare dai soli parrocchiani della zona per costruire qualche piccola cappella e qualche statua da porre su una collinetta naturale, un progetto che durò appena un mese e che riuscì ad inaugurare, anche se, per gli stessi motivi del precedente, sarà poi distrutto dalle autorità militari. Questo fatto lo costrinse ad abbandonare la diocesi.

Nel maggio del 1711 arrivò a La Rochelle su invito del vescovo Étienne de Champflour, che gli affidò una parrocchia a Lhoumeau, un piccolo paesino costiero vicino a La Rochelle. Negli ultimi cinque anni di vita organizzerà moltissime missioni in particolare nelle province di Aunis e del Poitou, arrivando anche nel capoluogo della Vandea, Fontenay-le-Comte, inoltre predicò una missione a Parigi nel 1713, a Rouen nel 1714 e una anche a Saint-Lô mentre tornava da Rouen.

Le frequenti missioni in Vandea lo videro presente sia nella parte settentrionale, dove c'era una maggiore presenza di monasteri, chiese, confraternite e un maggior numero di sacerdoti e di vocazioni in generale, sia in quella meridionale che nonostante fosse più ricca era meno devota: in alcune zone si era diffuso ilprotestantesimo, anche se nell'intera regione la percentuale di protestanti restava particolarmente bassa.

Grazie alle esperienze missionarie passate, in Vandea, aveva acquisito un suo personale metodo di missione: anzitutto invitava la gente a seguire le sue predicazioni, che preparavano alla confessione individuale, sacramento al quale ci si doveva accostare frequentemente durante la missione, e alla partecipazione all'Eucarestia; le prediche erano poi seguite da cantici scritti da lui stesso (secondo il metodo di Maunoir) che i fedeli imparavano; si svolgevano celebrazioni pubbliche e processioni; si restauravano chiese e cappelle; infine alla Messa conclusiva, Luigi Maria faceva rinnovare le promesse battesimali, come gli aveva consigliato Clemente XI, proponendo un "contratto di alleanza con Dio", che era una forma di consacrazione a Cristo per mezzo di Maria che si firmava davanti all'altare;[14] raccomandava la recita del Rosario anche dopo la fine della missione; e infine faceva piantare una croce o faceva costruire un piccolo calvario in un luogo ben visibile come ricordo della missione.

Anche in Vandea non si fece mancare gesti eclatanti. A Roussay interruppe la predica per entrare nella taverna vicina, dove dopo aver rovesciato tutti i tavoli, costrinse i clienti a seguirlo in chiesa. A La Rochelle entrò nella casa di tolleranza per farne uscire clienti e prostitute. Spesso si scontrava pubblicamente con borghesi e nobili protestanti, cosa che la maggior parte dei missionari solitamente evitava, e in alcuni casi queste discussioni portarono alla conversione dei protestanti. La nobile madame de Mailly fu convertita al cattolicesimo dopo poco tempo. Bénigne Pagès, una nobildonna protestante che insieme con altre signore e i rispettivi mariti avevano interrotto una predica del missionario bretone con lo scopo di deriderlo e intimidirlo, scoppiò in lacrime ad una risposta di Luigi Maria e dopo qualche tempo entrò nelle clarisse.

Nel settembre del 1712 si incominciò ad ammalare. Dovette subire una dolorosa operazione alle vie urinarie nell'ospedale Aufrédy di La Rochelle, ma nonostante l'intervento fosse riuscito e non fosse ancora anziano, sentiva che non avrebbe vissuto a lungo. Nei due anni seguenti subì diversi attentati: a L'Île-d'Yeu rischiò di essere catturato dai pirati; in una stradina di La Rochelle si trovò faccia a faccia con un assassino, dal quale però riuscì a scappare; durante una missione gli misero del veleno nel suo brodo, ma riuscì a sopravvivere grazie ad un antidoto. Secondo lui i mandanti di questi tentati assassinii erano i protestanti. Jean-Bapiste Blain, suo amico e confratello del seminario, lo rivide nel 1714 e nella sua biografia dirà:

« Quando lo vidi, lo trovai molto cambiato, sfinito e spossato dal lavoro e dalle penitenze; fui certo della sua fine non lontana. »

Rendendosi conto che la sua vita non sarebbe durata ancora a lungo, pensò di dedicarsi al progetto che gli stava più a cuore, come scrisse in una lettera che inviò a Leschassier nel dicembre 1700:

« [Desidero] continuamente con preghiere una piccola e povera Compagnia di preti che [...] sotto lo stendardo e la protezione della Santissima Vergine Maria, vadano in maniera povera e semplice, a fare catechismo ai poveri della campagna e ad incitare i peccatori alla devozione a Maria.»

Per questo motivo tornò al seminario di Saint-Sulpice a Parigi, nella speranza di trovare giovani sacerdoti che volessero unirsi a lui per la creazione di quella che chiamerà "Compagnia di Maria". Al seminario distribuì il regolamento della compagnia scritto nel 1713, a cui poi darà il nome di "Regola dei sacerdoti Missionari della Compagnia di Maria". Il regolamento prevedeva di fare voto di povertà e obbedienza e la "preghiera infuocata", una preghiera, che scrisse probabilmente in quegli stessi mesi, che descrive il genere di sacerdoti che cercava.

Tornato a La Rochelle per continuare le sue missioni, nell'aprile 1714 terminò la missione di Taugon-La-Ronde e scrisse a Marie-Louise Trichet. Le chiese di raggiungerlo per potersi occupare della fondazione del ramo femminile della Compagnia di Maria, partendo dalle Figlie della Sapienza, che sotto la guida di Marie-Louise erano diventate un'importante realtà a Poitiers, tanto che già dal 1708 reggevano l'ospedale generale, di cui Marie-Louise divenne la direttrice generale nel1712.

A giugno partì per Rouen per chiedere all'amico Jean-Baptiste Blain di unirsi a lui. Tuttavia Luigi Maria sapeva già che Blain, diventato canonico, probabilmente non avrebbe lasciato il suo posto per seguirlo nella sua neonata compagnia di poveri sacerdoti, ma volle ugualmente fare questo tentativo, che però, come aveva previsto, fallì. Blain, per seguire Luigi Maria avrebbe dovuto cambiare vita, perché da canonico conduceva nella capitale della Normandia una vita abbastanza agiata e ricopriva un ruolo di prestigio, mentre con Luigi Maria avrebbe dovuto rinunciare a tutto, vivere in povertà e fare vita missionaria.

Nella primavera del 1715 fece ritorno in Vandea, dove rivide Marie-Louise, che aveva fondato una scuola. I due scrissero quindi la "Regola primitiva della Sapienza" che ottenne l'approvazione di mons. de Champflour il 1º agosto 1715 e una settimana dopo pronunciarono i loro voti Marie-Louise e Catherine Brunet, la prima ragazza che si unì a Marie-Louise dopo che Luigi Maria venne cacciato da Poitiers. Questa "regola" era diversa da quella della Compagnia di Maria: Luigi Maria, infatti, diede maggiore spazio a Marie-Louise che non trattava più come una discepola alla quale impartire ordini - come faceva a Poitiers - ma al contrario le affidò completamente le Figlie della Sapienza, lasciando che fosse lei a prendere decisione sul loro futuro. Volle che Marie-Louise fosse la cofondatrice dell'istituto: anche per questo motivo la "regola" risultava quasi priva della spiritualità di Luigi Maria e sembrava una semplice costituzione che fissava delle regole pratiche piuttosto che una regola di vita spirituale vera e propria.

Nei mesi successivi fino alla primavera del 1716 si trasferì a Vouvant, fece quindi una missione a Fontenay-le-Comte, una a Mervent, dove a fine missione visse da eremita in una grotta per qualche mese, e a Saint-Pompain dove organizzò un gruppo di persone, i "Penitenti bianchi di Saint-Pompain", che andassero in pellegrinaggio a Saumur al santuario della Santa Vergine per «ottenere da Dio buoni missionari».

Infine il 1º aprile 1716 iniziò la sua ultima missione a Saint-Laurent-sur-Sèvre. Per la prima volta il vescovo della diocesi comunicò che gli avrebbe fatto visita il 22 aprile e per l'occasione Luigi Maria volle organizzare una grande accoglienza, ma già debole nel fisico per gli sforzi compiuti in quei giorni e quasi al termine della missione si ammalò di polmonite. Morì la sera del 28 aprile 1716. Fu sepolto a Saint-Laurent-sur-Sèvre nella basilica che oggi porta il suo nome.

 

Culto

Il "Padre di Montfort" era morto in fama di santità, la gente iniziò ad andare in pellegrinaggio alla sua tomba a Saint-Laurent-sur-Sèvre, che fu soprannominata per questo motivo "la città santa della Vandea".Gli furono attribuiti miracoli di guarigione, i devoti lo pregavano per ottenere grazie, ma soprattutto continuavano a partecipare alle missioni dettate con frequenza dai pochi missionari della Compagnia di Maria, secondo il metodo del loro fondatore. A differenza del ramo maschile, le Figlie della Sapienza ebbero subito un grande sviluppo e venivano richieste dagli ospedali e dalle scuole.

I provvedimenti repressivi nei confronti di istituti e ordini religiosi attuati durante la Rivoluzione francese, coinvolsero anche i monfortani, inoltre nella zona dove operavano - la Francia nordoccidentale - scoppiarono le guerre di Vandea, che Pio XII attribuiva all'apostolato di san Luigi Maria: «La Vandea del 1793 era opera delle sue mani», che misero in ginocchio l'intera regione per più di 20 anni. I monfortani dovettero quindi aspettare il ritorno della monarchia e solo verso il 1820 i due istituti riuscirono a riorganizzarsi.

Per introdurre la causa di beatificazione si andarono a riprendere tutti gli scritti che Luigi Maria aveva tenuto per sé, cominciando dal "Trattato della vera devozione alla Santa Vergine" che verrà pubblicato per la prima volta nel 1842. La causa intanto andava avanti e dopo la fase diocesana in Francia, che lo fece diventareservo di Dio, giunse a Roma dove papa Gregorio XVI lo proclamò venerabile il 7 settembre 1838.

Venne poi beatificato il 22 gennaio 1888 da papa Leone XIII, che apprezzò particolarmente la sua dottrina spirituale. Dopo la beatificazione la dottrina di Luigi Maria divenne oggetto di studio e di ispirazione per la Chiesa e soprattutto per le molte congregazioni missionarie che nacquero tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento. Ad esempio, papa Pio X il 27 dicembre 1908 scrisse una dedica su una copia del "Trattato di vera devozione" con la quale concesse la benedizione apostolica ai lettori: «Raccomandiamo vivamente il Trattato di vera devozione a Maria, scritto in modo così meraviglioso dal Beato di Montfort, e di grande cuore accordiamo la Benedizione Apostolica a tutti quelli che leggeranno questo Trattato».

Fu canonizzato il 20 luglio 1947 da papa Pio XII, divenuto molto devoto a san Luigi Maria tanto che volle un reliquiario nella sua cappella privata e spesso nei suoi discorsi appariva questa ammirazione nei confronti del Santo.

Papa Giovanni Paolo II era particolarmente devoto a san Luigi Maria e al "Trattato di vera devozione": è stato il pontefice che maggiormente ha promosso la spiritualità monfortana che è molto presente nel suo magistero. Come suo motto scelse le parole: «Totus tuus» che derivano proprio dal "Trattato" come spiega lo stesso pontefice:

« Ecco spiegata la provenienza del Totus Tuus. L'espressione deriva da san Luigi Maria Grignion de Montfort. È l'abbreviazione della forma più completa dell'affidamento alla Madre di Dio, che suona così: Totus Tuus ego sum et omnia mea Tua sunt. Accipio Te in mea omnia. Praebe mihi cor Tuum, Maria.[25] »

Ricorda san Luigi Maria anche nell'enciclica Redemptoris Mater:

« [...] mi è caro ricordare, tra i tanti testimoni e maestri di tale spiritualità, la figura di san Luigi Maria Grignion de Montfort, il quale proponeva ai cristiani la consacrazione a Cristo per le mani di Maria, come mezzo efficace per vivere fedelmente gli impegni battesimali.»

Giovanni Paolo II il 20 luglio 1996 inserì san Luigi Maria nel calendario dei Santi e il 19 settembre dello stesso anno si recò in pellegrinaggio sulla sua tomba a Saint-Laurent-sur-Sèvre. Il 9 febbraio 2000 venne aperta una causa per la proclamazione di San Luigi Maria a dottore della Chiesa, su richiesta del vescovo di Luçon François Charles Garnier e dei superiori generali delle tre congregazioni monfortane, le due congregazione interessate: la Congregazione per le cause dei santi e laCongregazione per la Dottrina della Fede aprirono la causa (che è ancora in corso) nominando come postulatore padre Battista Cortinovis, S.M.M.

La basilica di san Luigi Maria a Saint-Laurent-sur-Sèvre è visitata ogni anno da circa 25.000 pellegrini.

 

Opere

Trattato della vera devozione alla Santa Vergine

L'amore dell'Eterna Sapienza

Il segreto di Maria

Il segreto ammirabile del Santo Rosario

Lettera circolare agli Amici della Croce

Lettera circolare agli abitanti di Montbernage

 

 

 

 

 

 

S. LUIGI GRIGNION DA MONTFORT  (Tricentenario della morte)

 BRETAGNA – NORMANDIA - PARIGI

22 giugno - 01 luglio 2015

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Visita alla Casa natale di San Luigi Maria Grignion a Montfort Sur Meu.

Pellegrinaggio del 17/08/2015 in occasione del 300° dalla Morte

bottom of page